Allegoria poetica

La poesia di Primo Levi, estratta dal volume Un’ora incerta (Garzanti, 1984), è stata segnalata dal socio del nostro Circolo Gianfranco Delpero. Qui potete leggere delle interessanti annotazioni sulle due parti del testo, curate da Nazario Menato

Ad ora incerta

(Primo Levi 1919 – 1987)

I) ad ora incerta, 9 maggio 1984

Solo la mia nemica di sempre,
l’abominevole dama nera
ha avuto nerbo pari al mio
nel soccorrere il suo re inetto.
Inetto, imbelle pure il mio, s’intende:
fin dall’inizio è rimasto acquattato
dietro la schiera dei suoi bravi pedoni,
ed è fuggito poi per la scacchiera
sbieco, ridicolo, in passetti impediti:
le battaglie non sono cose da re.
Ma io!
Se non ci fossi stata io!
Torri e cavalli si, ma io!
Potente e pronta, dritta e diagonale,
lungiportante come una balestra,
ho perforato le loro difese;
hanno dovuto chinare la testa
i neri fraudolenti ed arroganti.
La vittoria ubriaca come un vino.
Ora tutto è finito,
sono spenti l’ingegno e l’odio.
Una gran mano ci ha spazzati via,
deboli e forti, savi, folli e cauti,
i bianchi e i neri alla rinfusa, esanimi.
Poi ci ha gettati con scroscio di ghiaia
Dentro la scatola buia di legno
Ed ha chiuso il coperchio.
Quando un’altra partita?

II) ad ora incerta, 23 giugno 1984

Così vorresti, a metà partita,
a partita quasi finita,
rivedere le regole del gioco?
Lo sai bene che non è dato.
Arroccare sotto minaccia?
O addirittura, se ho capito bene,
Rifare i tratti che hai mossi all’inizio?
Via, le hai pure accettate queste regole,
Quando ti sei seduto alla scacchiera.
Il pezzo che hai toccato è un pezzo mosso:
il nostro è un gioco serio, non ammette
contratti, confusioni e contrabbandi.
Muovi, che il tuo tempo è scarso;
Non senti ticchettare l’orologio?
Del resto, perché insistere?
Per prevedere i miei tratti
Ci vuole altra sapienza che la tua.
Lo sapevi fin da principio
Che io sono il più forte.

Lascia un commento